e-n.e.e.m projekt

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“Jodel Del Segafanciullo”
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Enrico Amendolia / electric bass guitar, doublebass Jacopo Andreini / alto & tenor saxophone, percussions, vocal Federica Balboni / violin Valentina Barlacchi / vocal Stefano Bartolini / tenor & baritone saxophone Fabio Commodore Bussonati / percussions Giovanni Canale / percussions Paolino Ciampi / trombone Massimo Ciolli / electric guitar Brunella Brio D’andrea / vocal Francesco Donnini / cornet, keyboards, accordion, trombone, guitar, vocal Franca Donnini / acoustic guitar, vocal Marco Soffietto Giovannoni / tenor saxophone, clarinet, violin, vocal Jimmy Gelli / electric bass guitar, cds Guglielmo Julo Lattanz Lattanzi / cello, sexophone, vocal Marco Lugli / alto clarinet, alto saxophone, vocal Wj Meatball / jp set, cds, jp percussions, euphonium Marina Ekaterini Mulopulos / vocal Nicotina / electric guitar Emiliano Nigi / keyboards, vocal Mauro Orselli / drums Francesca Mchs / percussions, devices, vocal Isolina Ravenda / vocal Gianfranco Ginko Ravenni / trumpet, vocal Augusto Ricci / baritone saxhorn, vocal Edoardo Dado Ricci / alto saxophone, bass clarinet, trombone, cornet Piergiorgio Ricci / trumpet Eugenio Sanna / electric & acoustic guitar, vocal Francesca Taranto / electric bass guitar, vocal Jd Zazie / cds, turntables

tracklist:
Programma, Volantino e Adesivo (5’ 06’’)
La Casta Susanna e i Vecchioni col Glaucoma (2’26’’)
Il Sacramentiere del Bracconaggio Ecologico ediz. 2002 (5’24’’)
Sannacarullus: alla riscoperta del gustoso Tubero del Gran Sasso
Per la moderna tecnica di piallatura d’un asse isogonade (5’00’’)
La Persistenza del Ricordo in una Mente Opaca (5’06’’)
Le 120 Giornalaje di Sodoma (6’00’’)
L’allegro locatario psicotico (6’38’’)
Ridi, Ridi… (5’35’’)
Segnale stradale messo a Caso (6’30’’)
Lunario per l’agricoltore evoluto e il fotoamatore moderno (7’30’’)
L’Aurora dei Fertilizzanti Drastici (5’24’’)
Le Lucertole di Empoli (3:21)
Il Grande Spirito del fiume Farma e la sua Cagna Nera (1’27’’)

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Jodel Del Segafanciullo è il primo disco per l’orchestra improvvisativa mutante e-N.E.E.M., naturale sviluppo e conseguenza del N.E.E.M, seminale formazione fiorentina di musica sotterranea e non rassicurante.
Del N.E.E.M-Teatrazz (Nuove Esperienze Eretico Musicali -Teatro jazz, o teatro del cazz, a scelta) originario, nato a Firenze e durato dal 1972 al 1998, rimane solo il famigerato LP Come eravamo brutti da piccini edito nel 1980 dalla Materiali Sonori di San Giovanni Valdarno e una partecipazione a un disco antologico che testimonia la scena new wave fiorentina di quegli anni.

Nel 1968 (o era 1986 ?), chiamati dai sindacati per animare scioperi degli operai in lotta, manifestazioni antinucleari e manifestazioni per la casa, seguivano i cortei sul loro leggendario camion carichi di strumenti e megafoni per lanciare gli slogan di una nuova estetica cinica, ironica ed agguerrita.

L’imponente orchestra, in un trentennio di vita, ha potuto vantare importanti collaborazioni ed ospiti eccezionali. Si ricorda il lungo sodalizio con Carlo Monni, e lo spettacolo con Victor Cavallo su testi di Lautreamont, la collaborazione con il musicista Steve Piccolo e la cantante Betty Gilmore.

Con la ridicola fine del trascorso milliennio, l’orchestra N.E.E.M. ha ritenuto doveroso suicidarsi.

Quello che da allora aleggia, è dunque il viscido e limaccioso ectoplasma di quel defunto sodalizio di spiriti buoni e virtuosi: accompagnato da un mutevole Coro ipergregoriano, e-N.E.E.M., ha intenzione di manifestarsi inopinatamente per un altro millennio buono.

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e-N.E.E.M. sta per “Ectoplasma (delle) (disciolte) Nuove Esperienze (di) Eresia Musicale . La “e” di ectoplasma ha però la lineetta come nella parola e-mail, in quanto il dibattito fra i più di quaranta componenti dell’orchestra si svolge in gran parte tramite posta elettronica, e l’archivio delle lettere costituisce il corpus più completo delle visioni, coalizioni, discussioni e risse, oltre a contenere tutti gli strumenti di lavoro.
La particolare struttura dell’ectoplasma e la diversissima natura dei suoi musicisti, rende inevitabile, ad ogni concerto, un certo numero di variazioni nella formazione e, la possibilità di accogliere ospiti illustri e oscuri questuanti. Nei concerti è stato cercato lo sviluppo di un sistema per convogliare l’improvvisazione di gruppi di musicisti, cantanti e attori molto numerosi ed eterogenei. Quando tutti i musicisti suonano insieme vengono indicati con il nome di MAGMA, ma l’orchestra è suddivisa in una dozzina di gruppi:
AGIOGRAFICI, BANDA DI CAJENNA, BOIS DE BOULOGNE, BRAXTONGEOMETRICI, CHICAGO, COSMIC DEBRIS,
FILARMONICA EDUARDO ELLINGUS, IPERGREGORIANI , MOON UNIT, ‘nGRAT CORE, ODORI BALCANICI, ORTOBOTANICI, PELLERIA, SEGOVIONI.
Il disco Jodel Del Segafanciullo testimonia l’esperienza.
Un nucleo ovviamente importante è costituito da membri del vecchio N.E.E.M. Nel disco i “superstiti” sono i sassofonisti Edoardo Ricci, Guglielmo Lattanzi, Stefano Bartolini e Marco Giovannoni, il cantante trombonista Pippo Picchietti, i trombettisti Ginko Ravenni e Francesco Donnini.

pippo
Il fiatista, poeta e disegnatore Edoardo Ricci è il principale tramite d’unione fra il N.E.E.M. storico e gli altri centri nevralgici umani e musicali, che frequenta intensamente in varie e differenti combinazioni dalla seconda metà degli anni ’90.

Il collettivo Burp a cui fanno riferimento Mat Pogo, WJ Meatball (con cui Ricci divide dal 1996 la ragione sociale del gruppo punk astratto JEALOUSY PARTY), Nicotina, Jimmy Gelli, JD Zazie, Brio ecc.

Jacopo Andreini (titolare della casa editrice FRIGORIFERO PROD.) batterista e sassofonista impegnato in numerosissimi gruppi e imprese editoriali underground (di Andreini ascolta su Burp Publications il nuovo vs 900 dove ci sono tracce anche delle collaborazioni con il nucleo del N.E.E.M. originario)

Enrico Amendolia (Flora & Fauna, Colonial rec.), Marina Mulopulos, Francesca MCH provenienti dall’esperienza livornese MINIMOVIMENTO.

Ma la chiave di volta del gruppo è il chitarrista Eugenio Sanna, già chitarrista del N.E.E.M. dal 1981, personaggio di spicco nel mondo dell’improvvisazione totale, al punto da essere stato chiamato recentemente a un’università di New York per un ciclo di lezioni, il quale, insieme a Debly Cerri, responsabile del Circolo Salvadori di Sant’Ermete (PI), ha dato vita a numerose rassegne di grande interesse e rigore, Il gruppo pisano di Sanna comprende i batteristi Nanni Canale e Mauro Orselli, (entrambi nel N.E.E.M. dalla fine degli anni ’80) e la cantante franco-italiana Isolina Ravenda.

Nel gruppo poi sono presenti jazzisti interessanti fra cui il chitarrista e compositore Massimo mc2 Ciolli e la bassista cantante Francesca Taranto di Firenze, e diversi musicisti di formazione classica.

Produzione: Circolo “Mario Salvadori” di Sant’Ermete (PI) con il contributo della Comunità Europea. (progetto F.S.E. n° 980005IO).
Supervisione: Debly Cerri. Coproduzione: e-NEEM projekt.
Coordinamento editoriale: WJ Meatball & Mat Pogo
Registrazione presso il teatro di S.Maria al Monte (PI) tra il 20 e 21 aprile 2002:
Jacopo Andreini e Enrico Amendolia. Missaggio ai Frigorifero Studios (PT), il 22 e 23 aprile 2002: Jacopo Andreini. Edizione: Jacopo Andreini.
Mastering al Blue Note studio di Campi Bisenzio (FI): Massimiliano Landini.
Immagini, pitture, immaginazioni: Edoardo Ricci. Fotografie: Simone Bacci (colori), Jacopo Andreini (bn)
Antefatto alchemico: Eugenio Sanna. Coartazione e-N.E.E.M. e percezione r.e.m.per titoli di suite e tracce: Francesco Donnini.
Note di copertina: Luca Collepiccolo. Documentazione filmata e archivi: Fabio Commodore Bussonati.
Il disco è uscito nel settembre 2002

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Scrivono dell’ e-N.E.E.M. Projekt Luca Collepiccolo dalle note di copertina e Etero Genio dalle pagine di Spectrum

‘Teatro del grottesco, baccanale, qualunque sia il punto d’osservazione, avrete sempre – e comunque – innanzi ai vostri occhi (ed orecchie) un’esperienza totale, dissacrante, catartica. Una grande abbuffata – parafrasando Ferreri – in cui il suono diviene magmatico per poi ritrovarsi in momenti addirittura pacati od
in passaggi finemente melodrammatici. Un campo d’azione necessariamente aperto e fertile quello in cui muove l’e-N.E.E.M. ensemble dalle multiple finalità: tra teatro d’avanguardia, libera improvvisazione e musiche di rottura. L’organico del progetto è inteso come ‘aperto’, sorta di gigantesca fisarmonica: ingressi nuovi e comparsate rendono di volta in volta piccante e imprevedibile lo svolgimento delle operazioni. Potremmo addirittura parlare di una collisione tra esperienze diverse, momenti storici che si sovrappongono al fine di creare un insieme schizoide, puntualmente astratto. Del resto una nutrita fetta dell’organico è reduce dai formativi anni con i N.E.E.M. – Teatrazz (Nuove Esperienze Eretico Musicali- teatro jazz, o teatro del cazz, a scelta)- una stagione lunga quasi cinque lustri dal 1974 al 1998 – ed altra sezione dell’ensemble memore di esperienze nel più dissennato free-form rock (la ‘cantina’ aperta e banco di prova effettivo con il nomignolo Colonial Recordings, il luogo la prima sede del CPA in Firenze). Percorsi stranianti in definitiva, che si incrociano, nel nome di un attentato alle strategie ‘clericali’ dell’accademia, micro-gruppi che agiscono secondo figure pre-definite, per poi ritrovarsi in quel possente ‘magma’, laddove i musicisti in campo suonano all’unisono – si presume – per giungere ad una vera e propria liberazione istintiva. Ma è bene ricordare che questa popò di orchestra è suddivisa in una dozzina di
gruppi, che indipendentemente contribuiscono alla creazione di un insieme, di un canovaccio. E se ne ascoltano di belle, merito dell’eclettismo dei nostri,
talenti deviati che mettono spesso da parte il proprio DNA (fosse jazz, avant, post-punk o quant’altro) per giungere alla creazione di momenti unici, non mere
repliche stilistiche, ma veri e propri numeri da avanspettacolo. Perché in questo baillame di influssi sono proprio il gioco per la citazione, lo slancio teatrale, la parata avveniristica a segnare le danze. Quello che accade in concerto è presto detto: la proiezione di una sessantina di diapositive – che indicano il nome dell’ensemble protagonista e il canovaccio cui ispirarsi – è l’atto rivelatorio, il
percorso attraverso il quale si manifesta un piano più ampio. Ed è appunto anche la forza cinematica ad emergere da questi radianti solchi. Ogni interpretazione è quindi diversa, non v’è performance speculare, tutto è giocato in funzione dell’occasione (che ricordiamo fa l’uomo ladro). Oltre trenta gli elementi coinvolti nell’e-N.E.E.M., un patrimonio invidiabile che ricordiamo funzionale su più piani, quello del teatro d’avanguardia e della libera improvvisazione, memore però di un pasticcio ironico e fortemente folklorico, teso spesso a soppesare atti e movenze artistiche così dinamitarde ed oltre frontiera. Buon ascolto. Luca Collepiccolo

Si tratta di un insieme, come dicono loro stessi, formato da ‘musicisti, attori, poeti, cabarettisti, scansafatiche, disturbatori della quiete pubblica, casalinghe, ferrovieri in pensione, punk foruncolosi e vecchie cariatidi’. Quella che ne risulta è un’esperienza unica per il nostro paese, un laboratorio libero al cui interno può succedere di tutto e nel quale termini quali teatro, poesia e improvvisazione musicale perdono inevitabilmente le loro rigide connotazioni. All’interno della N.E.E.M. confluiscono il teatro di strada, le bande di New Orleans, il barrelhouse , i kollektief olandesi, il cabaret, i medicine show e molto altro. Ma soprattutto nello specifico di “Jodel…”, che è progetto discografico e quindi diverso da quelle che sono poi le esibizioni dal vivo, c’è tanta musica: dal jazz al blues, dal rock alla tradizione araba, dalla musica popolare alla tradizione demenziale italiana. “Jodel…” è un CD talmente ricco di idee che analizzarne i singoli frammenti esula dallo spazio e dal tempo che ho a disposizione, lascio quindi questa incombenza al lettore avventuroso che deciderà di addentrarsi in questo corroborante dedalo di gag, scampoli e citazioni.
di Etero Genio (no ©)
http://digilander.libero.it/spectrumzine/rece/eneem.html

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